TONY GILES, un ragazzo totalmente cieco che gira il mondo da solo!

Inspiration We, 21st December 2013
Written by Ilaria, alias Akuna, who met Tony in Bolivia, March 2011.

Read the original article with photos: HERE.

Read a rough English translation (using Google Translate): HERE.


TONY GILES, un ragazzo totalmente cieco che gira il mondo da solo!

La sua incredible biografia

Anthony Eric Giles nasce a Weston-super-Mare, al sud ovest dell’Inghilterra, vicino Bristol, il 6 Settembre del 1978 Tony è un giovane totalmente cieco e sordo all’ottanta per cento da entrambe le orecchie, si muove senza l’ausilio di un apparecchio acustico.
All’eta’ di 9 mesi la sua famiglia scopre che è nato con dei problemi alla vista (Cono Distrofia e Fotofobia). Pur crescendo in un mondo fatto di oscurità, Tony non si scoraggia e giocando, anche sulla strada con i suoi amici “normodotati”, inizia a scoprire i suoni e i rumori che lo circondano.
Frequenta la scuola e impara a leggere e scrivere attraverso le luci e ombre che riesce a visualizzare, ma ben presto quelle visioni scompariranno.
All’eta’ di 6 anni scopre di essere sordo all’80% e che per sentire, deve portare degli apparecchi acustici.
Nel 1989 all’età di 10 anni viene mandato ad una scuola specifica per non—vedenti e non—udenti, presso Coventry. Questo sarà l’inizio di una nuova vita, che introduce Tony all’indipendenza. Gli viene offerta l’opportunità di sviluppare al meglio gli altri sensi di cui è in possesso e inizia cosi a sognare di avere una vita “normale” nonostante tutto. Spende a Coventry 6 anni, impara a leggere Braille, a camminare con il bastone e a prendere i mezzi pubblici, ottenendo cosi la sua completa autonomia. Durante gli anni a Coventry, realizza di essere fortunato, soprattutto rispetto a molti altri ragazzi che frequentavano la sua scuola e che non potevano camminare o parlare.
Nel 1995 la morte del suo migliore amico, affetto da Distrofia Muscolare, ha un fortissimo impatto sulla sua vita. In un certo qual modo, riassapora il dolore della perdita con cui e cresciuto perché suo padre viene a mancare quando Tony ha appena due mesi.
Tony si sente solo e si rifugia nell’alcol e nello studio.
Passa gli anni successivi studiando in diverse Università e superando a pieni voti molti esami. Cogliendo l’occasione di viaggiare per il mondo, tra un master e l’altro.

Nel dicembre del 2008 Tony a causa di un’insufficienza renale, viene sottoposto a un trapianto di rene, donatogli dal padre adottivo.
Tutto questo non ha impedito a Tony di visitare da solo ogni singolo continente popolato.
Per l’esattezza 88 paesi.
Ha da poco raggiunto l’obiettivo di visitare tutti e 50 gli stati degli USA, il circolo polare artico, le dieci provincie canadesi, parte dell’Africa, l’Europa, l’Australia, la Nuova Zelanda e alcuni paesi in Asia.
Oltre ad essere un Viaggiatore Tony è anche uno scrittore.
Vuole raccontare le sue incredibili avventure per il mondo.

Nel 2005 affitta il suo primo appartamento a Birmingham dove inizia a scrivere la sua primo opera:
“Seeing the world my way” (Vedendo il mondo a modo mio).
Il libro si puo acquistare su Bristolbook e Amazon o direttamente su silverwood.co.uk/my—way
Il suo blog personale si chiama:
http//www.tonythetraveller.com/

Tony spera di viaggiare per il resto della sua vita.
E se qualcuno gli domandasse che cosa significa per lui viaggiare?
Tony risponderebbe:
“Viaggiare e come fare l’amore, se ci pensi troppo, non lo farai mai!”

IL MIO INCONTRO CON TONY 2 Merzo 2011

Nella cucina comune dell‘ ostello “7 Duendes” (I sette nani), al nord dell’Argentina, nella città di Salta; tutti gli ospiti viaggiatori provenienti da diverse parti del mondo sono riuniti per combattere la noia di un giornata piovosa una delle tante durante questo periodo dell’ anno.
Il cielo e’ rosso.
Sono appena arrivata per la seconda volta al 7 Duendes, il mio ex ragazzo mi aveva appena lasciata per tornare in ltalla, il mio umore era terribile.
Effettuo il check in e mi assegnano un letto in un dormitorio da quattro.
L’unica cosa che volevo veramente, era dormire ma mi fu impossible. il letto era invaso da formiche e fui costretta a tornare alla reception per farmi spostare di camera.
E‘ a quel punto che notai un gruppo di ragazzi nella cucina.
Uno in particolare attiro la mia attenzione, era Tony, occhiali neri e bastone bianco.
Pensai che mi sarebbe sempre piaciuto conoscere e poter parlare con un non vedente perche’ essendo una fotografa, il senso che considero il piu importante in assoluto, e‘ la vista.
Entrai nella cucina, presi posto a tavola, e iniziai a parlare con gli altri ragazzi.
Dieci minuti dopo, quando Tony si rivolse a me, mi disse che secondo lui ero mora, con gli occhi scuri e dell’eta’ di 24 anni.
Aveva ragione!
Il nuovo letto che mi fu assegnato era nella stessa stanza di Tony.
Diventammo subito amici, e io finalmente avevo l’opportunità di conoscere un mondo totalmente diverso, che mi aveva incuriosita da sempre.
Il giorno seguente aiutai il mio nuovo amico in una missione molto complicata e urgente.
Tony aveva perso tutte le sue importantissime medicine per curare i reni dopo l’operazione.
Girammo vari ospedali per cercarle, io ero la sua traduttrice e i suoi occhi.
Nessuno ci voleva dare le medicine senza prescrizione oppure ci chiedevano molti soldi.
Alla fine incontrammo un dottore che ci aiuto‘ dandocele tutte gratuitamente.
Girare con Tony per la citta‘ era sempre un’avventura e ci si divertiva molto!!
Io tra le strade confusionarie di Salta. non riuscivo ad orientarmi nemmeno con la mappa. Lui invece sapeva sempre dove ci trovassimo e mi diceva sorridendo, che ero una pessima guida!
Passammo altri due giorni insieme prima di prendere due direzioni diverse.
Furono giorni ricchi di momenti intensi.
Tony mi regalo’ molte energie positive.
Una volta mi disse:
“Io e te siamo uguali lo come te, che vedi, ogni mattina quando mi sveglio penso a che devo fare!”
Mi colpi‘ tanto.
Mi resi conto di non considerare più la vista come il senso esclusivamente fondamentale, che possedevo. A quel tempo mi attraversò anche il pensiero che non aveva senso quello che Tony stava facendo: “viaggiare per il mondo da mio senza vedere un bel niente!?!”
Ma capii che mi stavo sbagliando! Tony viaggiava attraverso i profumi di frutta fresca nei mercati si muoveva grazie ai rumori del traffico, attirato dal sapore di una bistecca Argentina, dalla musica, lui non aveva bisogno di vedere lui aveva sempre visto e vedeva a modo suo!
I colori se li immaginava e li descriveva in un modo talmente vero, vivo e dettagliato da poter essere paragonato a quello di un vedente.
In un paese arretrato non attrezzato per i diversamente abili, lui si orientava con il suo bastone bianco e grazie al suo instinto.
Si orientava attraverso i racconti di altri viaggiatori e credeva nelle persone in cui riponeva tutta la sua fiducia.
Gli leggevo sempre la sua posta elettronica l’ho visto emozionarsi, piangere, ridere.
Un giorno passai davanti a una doccia comune.
Qualcuno la stava usando, ma la luce era spenta.
All’inizio mi domandi il perche’.
Poi pensai, “e Tony! Certo a lui non serve la luce!”
Parlavamo e mangiavamo molto.
Due giorni passarono in fretta.
Gli scattai qualche ritratto.
Tony e’ un modello perfetto, molto espressivo e fotogenico!
In fine, giunse il momento in cui ci dovemmo salutare. Ero amareggiata sentivo di non avere avuto abbastanza tempo. Avrei voluto condividere ancora molte ore e visitare tanti luoghi con lui ma nonostante questa tristezza, riuscii a sentirmi riconoscente e felice per avere incontrato una persona come Tony.
Mi aveva infuso e ridato la voglia di vivere, di essere felice e la forza per continuare a inseguire i miei sogni. Quel giorno mi sentivo rassegnata al pensiero che non lo avrei più visto.

Due settimane dopo la mia partenza, mi trovavo a Tupiza, un villaggetto al sud della Bolivia.
Stavo male per l’altitudine ed erano molti giorni che ero sola, non era un momento per niente facile.
Una sera passeggiando di notte, dopo una cena solitaria in un ristorante, vidi a terra un bastone bianco.
Il mio cuore sobbalzo.
Non poteva che essere che lui! Ma ero incredula perché al nostro addio a Salta, lui era diretto verso una meta opposta alla mia, il destino ci aveva fatti ritrovare e unire ancora una volta!!!
Gli urlai subito, lui si giro‘ e mi chiamo‘ per nome. Mi aveva riconosciuta!
Passammo altri tre giorni a Tupiza ed ebbi l’opportunità di conoscerlo ancora meglio.
Gli feci comprare un cappello nero da cowboy, che gli stava perfettamente.
Tutti ci guardavano e ridevano.
Erano risate di gioia e simpatia forse anche di tenerezza.
Partimmo insieme per Uyuni il Deserto di sale più grande del mondo, con un tour organizzato per quattro giorni tra paesaggi surreali, alture da capogiro fino ai 5000 mt e animali, che non avevamo mai visto prima come i lama, i fenicotteri e gli armadilli.
Tony mi chiedeva sempre come fosse fatto un armadillo e non riuscivo mai a dargli una spiegazione pienamente esauriente.
Il secondo giorno del nostro tour entrammo in un museo locale, dove trovai esposto un armadillo impagliato. Presi le mani di Tony e gliele misi sopra all’animale impagliato. Dicendogli finalmente: “Questo e un armadillo!”
Il sorriso enorme che gli irradio il viso, mi diede una gioia immensa!
Descrivevo a Tony tutto ciò che vedevo, anche se le mie parole non erano mai abbastanza per rendere reale la magnificenza di quei luoghi.
I deserti con acque rosse e verdi, le Ande innevate, i gaiser e il meraviglioso cielo stellato, oscuro ma trapuntato di scintille, tutto nel mezzo del nulla.
Un senso di pace immergeva il parco nazionale del Sajama.
L‘alba trascorsa nel cuore del deserto di sale, fu una tra le più belle delle nostre vite. Terra e cielo, si univano formando uno specchio di colori.
Noi a piedi nudi su quella terra fredda e dura, assaporavamo il sale tra le nostre labbra. E un senso di fierezza ci riempiva il cuore, solo per il semplice fatto di essere li Dove in pochi vivono.
Ci sentivamo appagati ed onorati per esserci arrivati nonostante tutti i problemi legati all’altitudine, agli sbalzi termici, alla polvere e alle strade quasi inesistenti.
Noi eravamo li, e Tony sembrava un astronauta sbarcato sulla luna.
Quella e‘ una delle immagini più nitide che conservo di Tony. Felice e fiero di essere un viaggiatore cieco indipendente.
Dopo alcuni giorni ci salutammo per la seconda volta.
Sono passati quasi due anni da quel giorno.
Lo, come lui, continuo a viaggiare.

Ogni volta che incontro un ipovedente, il mio pensiero va a Tony e il mio cuore lo raggiunge in un abbraccio. Spero un giorno, di poter scorgere il suo bastone da qualche parte in giro per il mondo per poter passare ancora mille avventure insieme!